I ricercatori agricoli dello stato di Israele propongono contro la crisi nuove colture molto interessanti. “Cercavamo soluzioni creative che ci consentissero di misurarci con la crisi che ha colpito l’agricoltura in Israele in generale e la Aravà (Negev sud-orientale) in particolare” – così Boaz Horowitz – un ricercatore agricolo della zona – ha illustrato oggi al giornale economico Mammon il motivo della produzione di una serie di nuovi frutti e di vegetali che presto saranno sugli scaffali dei supermercati locali nella speranza che suscitino l’interesse dei consumatori.
Colture innovative
Fra questi prodotti – che saranno presentati al pubblico nei prossimi giorni in una fiera agricola a Hatzevà (Negev) – figurano peperoni che ‘respingono’ gli insetti: le radici di queste piante, in particolare, sono particolarmente resistenti ai vermi. Ci saranno anche i ‘Kiwano’, una variante locale di cetrioli africani, dal sapore dolce simile a quello di una banana e ricco di vitamina C.
Un’altra specialità della zona, aggiunge Mammon, sono i funghi ‘Ponpon’ che sono ricoperti da una peluria bianca ed hanno il sapore di frutti di mare (un cibo che è vietato agli ebrei praticanti). Questi funghi – che essendo vegetali sono dunque permessi gli ebrei osservanti – vanno fritti a lungo e a quanto pare destano già interesse nei ristoranti.
I laboratori della Aravà hanno anche sviluppato una versione locale della zucca giapponese (a cui sono attribuite caratteristiche benefiche, fra cui la lotta all’invecchiamento) ed una specie particolare di lamponi che non necessitano più un clima freddo e che sembrano capaci di svilupparsi anche nell’arido Negev.